La nostra bella favola (di Grifone permaloso) Quel QqqQQQQ QQQQQQQq QQQQQQ QQQQQ qqqQ mattino del 6/4/09, Grifo chiamò al telefono Falco, per avere conferma delle allarmanti notizie che si andavano diffondendo: un fremito gelido aveva scosso la terra per interminabili 33 secondi. Grifo. Era tutto vero! L’Aquila era stata distrutta dal terremoto bisognava fare qualcosa: decisero che ”loro”, sarebbero stati, comunque, PRESENTI! Riunirono la Comunità: Roccia lanciò l’idea di costruire una casetta di legno, Voce del Bosco approvò, Lupo annuì silenziosamente, Apetta, con un ronzio convinto, condivise: tutti furono d’accordo. Ma vi erano grosse difficoltà: Il progetto doveva essere interamente sostenuto e realizzato da Teramo 2. Decisero di attuarlo egualmente da soli, con la forza di un gruppo, coeso, “solido e solidale” dando un calcio alla parola “im ….possibile”. Ognuno offrì la propria esperienza, la propria professionalità, le proprie capacità, e chi non le aveva il proprio coraggio, il proprio incitamento, la propria solidarietà. Sussurro di vento ed Avocetta sostennero che bisognava far tornare a VOLARE una città ferita a morte, Ghiretta e Formica dissero, che si doveva aiutare la ripresa della vita. Von Albert dette il suofondamentale apporto, e Grifo volò a L’Aquila. Il centro della città gli apparve come un luogo spettrale, ove il tempo si era fermato a causa dell’esplosione di un’atomica. Case sventrate, edifici sbriciolati, tetti pericolanti, strade una volta trafficate e piene di vita, ora deserte e frequentate da pacifici randagi in cerca di una carezza o di un’improbabile presenza umana. Un silenzio irreale avvolgeva la città. I passi risuonavano, vuoti, nelle vie. Grifo guardò Von Albert, che era con lui, insieme agli uomini della Protezione Civile. Le strutture mancavano: dove sarebbero andati i giovani, i bambini e gli anziani a riunirsi, studiare, giocare, vedersi, chiacchierare e, perché no, SUONARE? L’Aquila come ricordò Cavallo Pazzo era la Salisburgo d’Italia. Bisognava, allora, garantire la sopravvivenza del patrimonio artistico-culturale aquilano e con esso la ripresa del tessuto sociale, la rinascita delle attività ricreative, la realizzazione di luoghi di incontro dei giovani, per evitare la morte civile della città. Ragno cominciò a tessere la tela: consentire la prosecuzione del Festival Internazionale a L’Aquila significava dare continuità alla vita sociale e culturale della città, riportare a L’Aquila decine di musicisti di valore internazionale. Creare, poi, una struttura che costituisse un volano ricreativo–culturale, che favorisse la ripresa degli studi dei giovanissimi allievi, era un obiettivo ambizioso. Gufo e Roccia trovarono il materiale da costruzione, Marmotta si occupò del trasporto. Aquila della Notte, Ascia lucente, Lupo, Roccia e Falco iniziarono la costruzione della “casetta” (in lotta contro il tempo), per poterla finire prima che scendesse la neve (che a L’Aquila arriva presto e se ne va tardi). Le fondamenta furono gettate sotto lo sguardo attento di Gufo
sapiente. Falco partecipava, con maestria chirurgica, alla collocazione di ogni singola tavola. Lupo e Claudio montarono il tetto, Ascia lucente si occupò dell’impianto elettrico, Lince dispensò sguardi compiaciuti ed incoraggianti, Furetto si interessò della gestione dei fondi, Mantide assicurò il sostegno spirituale, Orsetta la sussistenza con robusti panini e fiumi di birra. Tutti lavorarono alacremente, senza sosta, anche di sabato e domenica. Come d’incanto le pareti cominciarono a materializzarsi: la casetta era pronta, le volte in legno garantivano un’acustica perfetta. Baloo invocò la benedizione del Signore. D’un tratto, come portata dal vento, cominciò a levarsi, dall’interno della casetta una musica dolcissima; ...una ...due ...dieci …cento piccole mani correvano sulle corde di enormi (per loro) chitarre e producevano un suono celestiale. La melodia si diffondeva nell’aria, entrava nei cuori, pervadendo le anime sino nell’intimo ed evocando scenari da fiaba: ...una carovana nel deserto, l’assalto dei predoni, un’accesa battaglia, un baluginio di lame, poi, ...la musica si fa più suadente, soffia il vento caldo d’oriente e riporta una dolcissima quiete. Questo raccontavano, con le loro note, i piccoli allievi della scuola, che avevano iniziato a suonare. Quel suono dolcissimo aveva messo le ali alla casetta, facendola levitare fino a farla dondolare nell’aria e, quindi, a volare alta nel cielo azzurro di L’Aquila! Falco, Ghiretta, Orsetta, Avocetta, Ragno, Cavallo Pazzo, con Riccardo, insieme a tutti gli altri guardavano, sbalorditi, col naso all’insù, quel sogno che si era realizzato; e nessuno di loro credeva ai propri occhi. Una casetta era stata realizzata dal nulla, contro tutto e contro tutti, superando mille difficoltà e nel giro di soli 2 mesi. La Comunità aveva raggiunto l’obiettivo: una traccia era stata lasciata per rendere il mondo un po’ migliore di come l’avevano trovato. Nei loro cuori sapevano di aver contribuito con una goccia nel mare, a far tornare a volare un'Aquila dalle ali spezzate. “Tutto col Gioco Nulla per Gioco” (B.P.) Personaggi ed interpreti: Grifo–Gianni Gebbia, Avocetta–Simonetta Novelli, Falco-Carlo Speca, Ghiretta–Mara Micacchioni, Voce del Bosco-Luigi Pierannunzi, Apetta-Tiziana Bruni, Lupo-Ugo Brunetti,Gufo Sapiente-Vincenzo Capuni, Orsetta-Adele Cocca, Ragno-Pasquale Iannetti, Aquila della Notte–Roberto Ioannoni,Mantide Religiosa–Marina Di Giovanni, Furetto–Franco Valerii, Lince Graffiante-Silvia Egidi, Roccia-Ercole Boschi,Marmotta- Mariella Equizi, Formica–Lucia Angelozzi, Ascia lucente-Paolo Di Giuseppe, Sussurro di vento–Candida Ronchi,Baloo–Don Martino Valerii, A.E.,Vonalbert-Alberto Albertini, Cavallo Pazzo-Ernesto Albanello, Claudio – Claudio Calisti, Riccardo-Riccardo Della Rocca.
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