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Atlante delle nubi PDF Stampa E-mail
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Atlante delle nubi
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     ATLANTE DELLE NUBI

 

L'osservazione delle nubi e lo studio dell'origine, della forma e dello sviluppo di esse hanno grande importanza, anzitutto perché le nubi costituiscono uno dei principali fenomeni della libera atmosfera in relazione diretta con altri i quali presiedono alla loro origine e ne provocano o accompagnano i mutevoli aspetti; in secondo luogo perché i risultati delle osservazioni “nefologiche” sono di grande utilità pratica per la navigazione aerea. Uno dei mezzi indispensabili per eseguire l'osservazione delle nubi ed identificare le numerose varietà è l'atlante delle nubi, un catalogo illustrato nel quale sono riprodotte le principali varietà degli ammassi o dei singoli individui nuvolosi. Scopo di questo "atlante delle nubi multimediale" è quello di rendere più semplice l'osservazione e la catalogazione delle nubi a chi, per passione o professione, ha sempre la testa "tra le nuvole".  

             

            

     Sob ...!?  credevamo  fosse  una giornata di sole ... Sob ...!?    

                                                     

    ( clicca le nubi sottostanti per  conoscere le rispettive varietà)

                         

                                                                                             

                                   


                   

 Ogni  Scout dovrebbe essere in grado di interpretare i segni del tempo,

specialmente partendo per un campo, e di leggere un barometro.

           Dovrebbe ricordare i seguenti indizi:

- Rosso di sera bel tempo si spera (cioè domani sarà bello

- Rosso al mattino avverti il vicino (cioè pioggia)

- Un tramonto giallo significa vento

- Un tramonto giallo pallido significa pioggia

- Brina e nebbia di primo mattino significa tempo bello

- Alba bassa significa tempo bello

- Alba alta significa vento (alba alta è quando il sole sorge  sopra un

  banco di nuvole, alto sopra l'orizzonte)

- Nuvole soffici, tempo bello

- Nuvole a contorni stagliati, vento 

- Nuvole accavallate o frastagliate, vento forte

   "  quando il vento la pioggia precede

     potrai presto le vele di nuovo spiegar,

     ma se la pioggia vien prima del vento,

     alle vele e alle drizze dovrai

     stare attento "

                                                                                 


                                         

                                                                        ATTENTI    AI   FULMINI         

                                                                                      

         Quello dei fulmini è un pericolo reale. Bisogna allora rifuggire tutto quanto è isolato, appuntito, metallico. Rocce, rupi, pali, alberi. Croci in cima alle montagne. Ma  principalmente, occhio agli alberi. Faggi compresi. Il loro legno ha la stessa conducibilità elettrica di quello delle querce.

Ugualmente sono investiti dalla scarica i pioppi cipressini per la loro forma slanciata, appuntita. I larici per le loro cime risecchite e sottili. E per l'alta percentuale di trementina contenuta nel tronco. Le querce isolate, gli olmi, le altre conifere.

A parte le localizzazioni dell'albero, grande importanza ha lo sviluppo delle sue radici. Queste agiscono come il parafulmine. Se superficiali, sono un cattivo parafulmine. Buono invece se scendono in profondità. La radice dei faggi, a volte, s'affonda per molti metri. E il fulmine vi si scarica sopra con violenza. In uno scroscio serpeggiante, tra schegge di legno e rami che schizzano lontani.   Pericolosi, per un raggio di diversi metri. C'è poi la diversità dei legni, dei succhi che scorrono all'interno di un tronco nei vari periodi dell'anno.  E il grado di umidità del sottosuolo. Fattori diversi, spesso sconosciuti.  Incapaci di dare utili indicazioni alla nostra incolumità.

Comunque, è buona regola evitare di fermarsi sotto alberi di qualsiasi specie. Senza tener conto di detti paesani. Come quello che suona: «allontanati dalle querce, fuggi i pini, riparati sotto i faggi».  Ma aver sempre presente l'altro che dice: «fidarsi è bene, non fidarsi è meglio».

                                                                                        

In montagna, al pari degli alberi, sono da evitare i canaloni a nord, le nicchie, le fessure stillanti acqua delle rocce. Costretti a fermarsi, cercare di ripararsi in quei punti che possono offrire una certa protezione, ma evitare il contatto diretto con la parete rocciosa.  Ad una certa distanza da essa, isolarsi, stando in posizione rannicchiata a piedi uniti e con le ginocchia contro il petto, su tutto quello che abbiamo a disposizione. Zaino, sacco a pelo, corde, materassini.

Messner, con la sua grande esperienza, suggerisce di tener presente il fatto «che campì di neve e ghiacciai sono più sicuri del suolo roccioso» e inoltre dì non abbandonare gli oggetti di metallo (piccozze, chiodi, martelli) ma di riporli «nello zaino: possono diventare utili  successivamente ». Catenine e anelli invece lasciarli a casa: l'oro ha una forte conducibilità elettrica.